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(22/06/2021) - Frecciarossa ed il suo Giorgio Odero, pinot nero dell’Oltrepò Pavese DOC vinificato in rosso, raccontati da Chiara Dalle Fusine

Chiara Dalle Fusine è stata la migliore tra gli studenti del corso di studi di Scienza e Cultura della Gastronomia dell’Università di Padova che hanno realizzato un articolo su Frecciarossa, azienda dell'Oltrepò Pavese, nell'ambito del progetto presentato in aula dal nostro Mauro Giacomo Bertolli

Frecciarossa ed il suo Giorgio Odero, pinot nero dell’Oltrepò Pavese DOC vinificato in rosso, raccontati da Chiara Dalle Fusine

Una bella storia di collaborazione, iniziata con quella che doveva essere una lezione tenuta con zoom all'Università di Padova dal nostro Mauro Giacomo Bertolli, invitato dai docenti Luca Agostinetto e Marco Ius, nell’ambito del corso di Comunicazione dell’Enogastronomia (per il corso di studi di Scienza e Cultura della Gastronomia dell’Università di Padova).

Mentre si organizzava il tutto, la lezione è diventata in presenza, con una degustazione di vini in aula, il coinvolgimento di personalità del mondo del vino, di case vinicole, del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, fino ad arrivare a realizzare una tavola rotonda a Broni e a molto altro…..se vuoi saperne di più    CLICCA QUI

Questo bell’articolo di Chiara Dalle Fusine è uno dei tanti risultati finali del progetto.

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GIORGIO ODERO territorio e storia in una bottiglia

“Incontro tra gusto e storia”. Queste parole penso riassumano perfettamente l’incontro del 29 ottobre con Mauro Giacomo Bertolli, grande esperto del mondo del vino, il quale, oltre a guidarci nella degustazione, rendendola una sorta di viaggio, ha anche invitato i produttori (e non solo) dei vari vini affinché loro stessi ce li presentassero.
Ecco quindi che abbiamo avuto la meravigliosa opportunità di conoscere anche chi c’è dietro ai vini (appunto le “facce dietro le bottiglie”, così si chiama il progetto di valorizzazione portato avanti dal Dottor Bertolli), la loro storia e i loro valori.

I vini proposti sono sei, ed ognuno di questi è unico, vengono accomunati solo dalla loro origine: l’Oltrepò Pavese.
L’Oltrepò Pavese è un’area geografica situata nel sud della Lombardia, in provincia di Pavia, che confina con Piemonte, Emilia e Liguria.
Nel territorio è molto sviluppata la vitivinicoltura e la produzione vinicola, caratterizzata da buona struttura e intensi profumi, vede complice il clima dolce che caratterizza la zona. Molto particolare sono anche i vari terreni presenti, composti da argille rosse, ferruginose, da marne, da vene di gessi.

Tra i vari vini ho particolarmente apprezzato “Giorgio Odero”, vino rosso classe 2016 della cantina Frecciarossa, antica tenuta situata nelle vicinanze di Casteggio (PV).

Frecciarossa è stata fondata nel 1919 quando Mario Odero, commerciante tra Genova (sua città d’origine) e l’Inghilterra, decide di cambiare completamente attività acquistando una tenuta in Oltrepò Pavese.
La cantina passa poi nelle mani del figlio, Giorgio Odero, il quale entusiasta del progetto decide di laurearsi in Agraria per poi trasferirsi in Francia, perché si sa, nessuno vinifica il pinot nero (specialità dell’azienda) come i francesi.

Frecciarossa è ora gestita da Valeria Radici Odero, la nipote di Giorgio, che per amore ha deciso di vivere a Parigi ma pur di continuare la tradizione di famiglia portando avanti l’azienda, circa ogni due settimane fa la “pendolare” venendo fino in Oltrepò Pavese.
L’azienda oggi lavora, sui suoi 21 ettari, sia i vitigni autoctoni (come croatina, barbera e uva rara), sia quelli arrivati più tardi, ma che vi hanno eletto dimora, come pinot nero (fiore all’occhiello della cantina) e riesling renano. Tutte le uve vinificate sono coltivate da loro e la produzione di bottiglie si aggira attorno alle 80.000 l’anno.

Negli ultimi anni ha anche deciso di iniziare a lavorare in biologico.

“Giorgio Odero”, omaggio al figlio di Mario, è un Pinot nero dell’Oltrepò Pavese DOC vinificato in rosso, coltivato sulle prime colline di Casteggio dal suolo argilloso-calcareo.

La vendemmia delle uve avviene manualmente, con scelta dei grappoli migliori. La fermentazione è spontanea, con lieviti autoctoni in acciaio, seguita da una macerazione di 16 giorni con rimontaggi ed infine si ha la fermentazione malolattica, che renderà il vino più “morbido e rotondo”.

Terminata questa prima fase si ha l’affinamento di 12 mesi in botte, successivi 6 mesi in vasche d’acciaio e almeno altri 12 mesi dopo la messa in bottiglia. Le bottiglie prodotte sono circa 3000 l’anno e la gradazione alcolica raggiunta è di 14%.

Alla vista “Giorgio Odero” risulta di un color rosso brillante con riflessi granata, sembra quasi di osservare un bicchiere colmo di rubini preziosi.
Avvicinandoci con il naso al bicchiere veniamo immediatamente estasiati da un profumo intenso, che mi ha subito portato alla mente l’odore di spezie del mercato di Marrakech, ma si sentono anche note di piccoli frutti di sottobosco maturi e aromi balsamici.
A questo punto non ho più saputo resistere, la fragranza del vino mi aveva rapita: dovevo subito assaggiare. È così che si è rivelata la vera magia del “Giorgio Odero”. Appena entra in contatto con la bocca si riconosce chiaramente un gusto fruttato, armonico ma anche balsamico che stupisce il degustatore, spingendolo a sorseggiarne delicatamente dell’altro, desideroso di scoprire tutti i segreti che questo vino nasconde.

Chiara Dalle Fusine


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