Il sodalizio tra vulcano e vinoL'Etna, maestoso gigante di fuoco che domina la Sicilia orientale, non è solo uno spettacolo naturale mozzafiato, ma anche un terroir d'elezione per la viticoltura. Le sue pendici fertili, nutrite da secoli di eruzioni, e il clima unico, caratterizzato da forti escursioni termiche e dalla brezza marina, creano un ambiente ideale per la coltivazione di vitigni autoctoni che regalano vini di straordinaria complessità e mineralità.
Il legame indissolubile con il territorioIn questo scenario di rara bellezza e ricchezza, affonda le sue radici Palmento Costanzo, un'azienda vitivinicola che incarna l'amore per la tradizione e la spinta verso l'innovazione.
È l'antico palmento il testimone silenzioso di una storia di passione per il vino tramandata di generazione in generazione. Guidata da Valeria Agosta, affiancata dal 2023 dalla figlia Serena Costanzo, agronomo specializzato in enologia, Palmento Costanzo si distingue come una delle voci più dinamiche e autentiche del panorama enologico siciliano, anche grazie alle consulenze di Nicola Centonze, tra i più validi enologi del territorio.

Filosofia di produzione e vitigni autoctoni
L'azienda, certificata biologica, ha fatto una scelta precisa: recuperare vigneti secolari a piede franco e coltivare esclusivamente le varietà autoctone che hanno trovato nell'Etna la loro culla ideale: il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio per i rossi e i rosati, il Carricante e il Catarratto per i bianchi.
Questa dedizione al territorio si traduce in vini che sono pura espressione dell'anima vulcanica, capaci di raccontare la storia di questa terra unica in ogni sorso.
I circa 15 ettari di vigneto di Palmento Costanzo si estendono sui tre versanti dell'Etna, ognuno con le sue peculiarità: a nord, nelle rinomate contrade Santo Spirito, Bracaseggi, Zottorinoto e Feudo di Mezzo; a est, nella zona di Milo, nota per i suoi eleganti bianchi; e a sud-ovest, nella Contrada Cavaliere a Santa Maria di Licodia. Questa diversità di esposizioni e altitudini contribuisce alla complessità e alla ricchezza aromatica dei vini prodotti, che spaziano dai bianchi ai rossi, dai rosati ai due spumanti Metodo Classico ottenuti da uve Nerello Mascalese.
Luned́ 7 aprile 2025, secondo giorno del Vinitaly, abbiamo avuto il privilegio di assaggiare due di questi vini che incarnano l'essenza dell'Etna.
Etna Bianco DOC Bio Contrada Santo Spirito 2022
Vitigni: Carricante 95%, Catarratto 5%. Gradazione 12%Vol.
Vinificazione: pressatura soffice e fermentazione in acciaio e legno. Affinamento in acciaio e maturazione per un 20% della massa in tonneaux per 12 mesi, più almeno 12 mesi in bottiglia.
Colore paglierino chiarissimo.
Al naso si presenta con intensi profumi di fiori bianchi, frutta fresca a polpa bianca, mela golden, ananas, litchi, uvaspina, miele e crema chantilly, lievi sentori di pietra focaia, tracce di salvia selvatica e note agrumate di pompelmo.
In bocca il sorso risulta fresco, morbido, vellutato, avvolgente, di grande equilibrio, netta la percezione di frutta fresca e una delicata sapidità. Molto persistente, piacevole chiusura finale agrumata.
Etna Rosato DOC Bio Rosa di Sei 2022
Vitigni: Nerello Mascalese 95%, Nerello Cappuccio 5%. Gradazione Alcolica 12,5%Vol.
Vinificazione: Vendemmia anticipata per salvaguardare la freschezza, 3/6 ore di macerazione sulle bucce per estrarre il colore. Affinamento in acciaio per 4 mesi, poi in bottiglia dove staziona per almeno altri 2 mesi.
Colore Corallo chiaro, luminoso.
Al naso presenta un’ampia e intensa gamma di profumi che spaziano dal floreale di geranio e ciclamino al fruttato, con fragolina selvatica, fichi, susina dolce essiccata, maracuja, caramella Rossana, note trasversali di calendula e arancia sanguinella. Il sorso è fresco, teso, agrumato, marino, avvolgente, presenta tracce di frutta secca e una leggera nota torbata. Il finale è di buona persistenza, la chiusura è agrumata con ritorni ammandorlati.
Donato Albani