La storia di questa azienda, ma soprattutto di questa famiglia, affonda le radici nel lontano 1860, con il bisnonno di Arturo, Giovanni. Già in quei tempi Giovanni e la sua famiglia si occupavano dell’esportazione di vino in tutto il territorio valtellinese e dintorni. Diamo qualche numero sula viticoltura valtellinese: gli ettari vitati erano 6000 nel 1860 e 2700 nel 1970.
È proprio in questi anni che la famiglia si trova ad affrontare una prima sfida ovvero la malattia di Guido, padre di Arturo. Alla luce di questo ostacolo, venne deciso di vendere la cantina e il vecchio marchio, mantenendo però tutte le vigne, le quali vennero messe in affitto per una decina di anni. Rientrato in possesso dei propri terreni, nel 1984 Arturo effettua la prima vendemmia segnando la rinascita del nome della famiglia Pelizzatti Perego.
Per i primi cinque anni, tuttavia, non uscì neanche una bottiglia: il motivo risiede nella filosofia di produzione di ARPEPE: darsi il giusto tempo di attesa. Il giusto tempo per dare vita a grandi riserve – come Sassella Rocce Rosse, Grumello Buon Consiglio e Sassella Ultimi Raggi – nebbioli da lunga maturazione che hanno permesso ad ARPEPE di conquistarsi un nome nel panorama enologico nazionale e internazionale.
Arturo Pelizzatti Perego è riuscito a lasciare un segno indelebile a coloro che gli stavano attorno, soprattutto al mondo vitivinicolo valtellinese, che in parte lo ha ritenuto un visionario.
Attenendosi ai suoi principi e ai valori della tradizione, grazie alla fatica e il duro lavoro, la cantina è cresciuta di anno in anno, con l’obiettivo di produrre un vino di qualità rispettando il giusto tempo del Nebbiolo; tempi lunghi, talvolta molto di più di quello che prevedono i disciplinari di produzione, per assicurare un prodotto raffinato anche nel rispetto delle Alpi Retiche, territorio che accoglie la cantina del “Buon Consiglio” e che fa da casa al nebbiolo di montagna.
Al giorno d’oggi ARPEPE conta tredici ettari di vigne nel cuore del Valtellina Superiore DOCG, suddivisi nei territori della Sassella, Grumello e Inferno, con una produzione totale di circa cento mila bottiglie l’anno per undici etichette differenti. La lavorazione delle vigne è interamente manuale, dato che i terrazzamenti che ospitano le viti sono difficilmente accessibili.
L’ultimo giorno del Vinitaly 2025 ho assaggiato tre dei loro vini.
Rosso di Valtellina DOC 2023 Nato nel 2003, Rosso di Valtellina è il biglietto da visita di ARPEPE ed è prodotto dalle uve Nebbiolo provenienti dalle vigne più basse tra i trecentocinquanta e i quattrocento metri di altitudine. Questo vino, annata dopo annata, è quello che rispecchia in maniera più fedele le peculiarità di ogni vendemmia. Matura per sei mesi in tini troncoconici da cinquanta ettolitri e successivamente affina per altri sei in bottiglia. È grazie alla micro-ossigenazione, data dal passaggio in botte grande, che questo vino risulta di facile beva. La grande pulizia, sia in bocca che al naso, risalta la freschezza e sapidità di questo Nebbiolo rendendolo adatto ad un consumo quotidiano per aperitivi o in tavola.
Valtellina Superiore DOCG Stella Retica 2022 La serie di etichette “Valtellina Superiore” vengono prodotte in quelle annate in cui i parametri di maturazione suggeriscono una vinificazione e un affinamento che esaltino i tratti giovanili del Nebbiolo delle Alpi. Ne è un esempio “Stella Retica”, da viti situate nel cuore della DOCG, tra i quattrocento e i seicento metri, zona che meglio esprime il delicato equilibrio tra la vite e questo territorio. I grappoli di Chiavennasca vengono accuratamente selezionati al punto ottimale di maturazione, subiscono una macerazione per circa cento giorni, poi maturano in tini di legno per un periodo variabile dai dodici ai ventiquattro mesi – a seconda dell'annata. Per ultimo, affinano in bottiglia per almeno un altro anno. “Stella Retica” è un vino versatile con grande capacità di evoluzione e dalla grande freschezza minerale, dovuta alla conformazione del suolo prevalentemente rocciosa, dal sorso morbido tuttavia deciso.
Valtellina Superiore Riserva DOCG Rocce Rosse 2018 Questa riserva – come le altre – si produce solo nelle annate in cui l'andamento climatico garantisce una vendemmia straordinaria. La perfetta maturazione delle singole vigne regala armonia e complessità inimitabili al vino. Con la più lunga macerazione fra tutte le etichette, “Rocce Rosse” rimane a contatto con le bucce per ben centotrenta giorni, per poi maturare dai tre ai cinque anni in botti grandi di castagno, rovere e acacia e poi almeno altri tre anni di affinamento in bottiglia. Come suggerisce il nome stesso, le vigne di nebbiolo si fanno largo in un suolo roccioso dal colorito rosso dovuto alla presenza di ferro, che donano al vino delle note ematiche, oltre a freschezza e mineralità. La complessità gusto-olfattiva di questa e altre riserve, rende “Rocce Rosse” un vino adatto ad abbinamenti straordinari coi grandi piatti della cucina nazionale e internazionale.
Proprio come le radici delle viti di Nebbiolo si aggrappano ai ripidi terrazzamenti delle Alpi Retiche, anche la storia di ARPEPE affonda in profondità nel tempo e nel territorio della Valtellina.
Ogni bottiglia racchiude la pazienza, la cura e la visione di una famiglia che ha scelto di onorare il Nebbiolo, dando voce alle montagne attraverso il vino.
È questo il “giusto tempo del Nebbiolo”: lento, rispettoso per preservare la tradizione e allo stesso tempo con uno sguardo al futuro.
Marco Parpaiola
MARCO PARPAIOLA si presenta "Sono
Marco Parpaiola, un ragazzo di Cadoneghe nella provincia di Padova,
laureato in "Scienze e Cultura della Gastronomia” presso UniPD e
Sommelier. Da sempre la cucina e il buon bere hanno avuto ruoli
importanti nella mia vita, dal condividere un calice nei momenti di
festa, ai grandi pranzi in famiglia e tra amici. Per questo e altri
motivi mi sono appassionato al mondo del vino, e grazie ad esso, ogni
momento di convivialità viene reso più speciale." |