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(14/03/2012) - Oltrepò Pavese, a Vinitaly 2012 tra novità e tradizione

La magia del Cruasé si sposa con la tradizione del Bonarda, nuova comunicazione a Vinitaly 2012 per la terza Denominazione italiana

Oltrepò Pavese, a Vinitaly 2012 tra novità e tradizione

Promuovere il talento enologico dell’Oltrepò Pavese, Denominazione da 13mila 500 ettari in produzione, in Italia e oltre confine: il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese lancia le strategie 2012. Si scommette sul Pinot nero, in tutte le sue declinazioni, e sul Bonarda, il vino simbolo di una terra che ha scritto pagine importanti della storia enologica di Lombardia e d'Italia.

Il consorzio, o meglio, diverse sue aziende, sono appena tornate dalla fiera Prowein di Dusseldorf, salone enologico internazionale rivolto al mondo del business. Insieme a Pavia Sviluppo (Camera di Commercio di Pavia), il Consorzio ha dato il maggior supporto possibile alle aziende di casa, preparando una brochure, in tedesco e inglese ove ha tratteggiato i caratteri salienti dei vini oltrepadani, ed un video con accattivanti immagini del territorio e delle cantine, corredato di didascalie in tedesco. È stato predisposto anche un messaggio d’invito agli operatori di lingua tedesca recapitato via email e lo stesso neo direttore del Consorzio, Matteo Marenghi ha raggiunto lo stand in fiera a fianco dei produttori oltrepadani.

Intanto, pensando all’Italia, è partita mesi fa l’organizzazione della presenza dell’Oltrepò al Vinitaly 2012. Quest’anno cambiano gli spazi occupati dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese all’interno del padiglione Lombardia, pertanto si è attivato un grande passa parola per veicolare tutte le informazioni ad aziende e visitatori. Nel quartiere fieristico consortile saranno presenti 35 aziende associate, e presso lo stand del Consorzio oltre alla mescita del Cruasé sarà predisposto uno spazio per la degustazione del Bonarda dell’Oltrepò Pavese. Futuro e tradizione si fonderanno quindi in un forte connubio

Aziende partecipanti

Un convegno per affermare la forte identità del Cruasé
Il Cruasé troverà un grande supporto comunicativo anche nel corso di un convegno, con relatori di caratura internazionale, intitolato “Cruasé, il futuro in rosa dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico”, in agenda per lunedì 26 marzo, dalle 15 alle 18, presso la sala Respighi del Palaexpo. Fra i relatori Federico Castellucci, direttore generale dell’OIV, Mario Fregoni, già docente di viticoltura all’Università Cattolica di Piacenza che tratteggerà il tema del Pinot nero nel mondo e nell’Oltrepò Pavese, una delle enclavi più importanti a livello mondiale per questo vitigno; Giampietro Comolli direttore dell’Osservatorio economico degli spumanti e Nichi Stefi, giornalista di cultura umanistica che tratteggerà i plus del ‘bere in rosa’ nel campo del metodo classico. Alcune hostess, con abbigliamento che richiamerà il logo Cruasé, saranno inoltre presenti durante le 4 giornate della fiera di Verona e distribuiranno materiale informativo al pubblico. La visibilità dell’Oltrepò Pavese quest’anno sarà potenziata pure attraverso un poster di gigantesche dimensioni, fuori al PalaExpo, che riporterà un’immagine messa a punto con i creativi del Consorzio e uno slogan che recita: “Oltrepò Pavese, tutti i colori del Pinot nero”.

Programma convegno

Innovativa la presenza all’aeroporto Catullo: l’Oltrepò mostra i muscoli
“La stessa immagine e slogan – precisa il direttore Matteo Marenghi – è stata utilizzata per un’affissione di 6 metri per 3 che già staziona, e vi rimarrà anche per tutto aprile, nell’area esterna dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona, a beneficio di viaggiatori ed accompagnatori (oltre 3 milioni e mezzo di viaggiatori all’anno utilizzano lo scalo veronese, numeri in crescita). La stessa immagine è stata anche declinata su un’agenda, con un testo anche in inglese, dedicata al Pinot nero Metodo Classico (in bianco e rosato) e al Pinot nero in rosso, che verrà distribuita nei giorni della fiera”.

Pinot nero, vitigno poliedrico che esprime diversi ‘colori’
Nella seconda metà del 1800, a Rocca de’ Giorgi, il Conte Carlo Giorgi di Vistarino impianta, con successo, diversi ettari di cloni francesi. È l’inizio di un’avventura che coinvolgerà tutto il territorio, caratterizzandolo per una fortissima vocazione spumantistica. A contemplare questo vitigno arrivano nel 1970 la Doc ‘Oltrepò Pavese’ mentre nel 2007 nascono la Docg ‘Oltrepò Pavese Metodo Classico’ e nel 2010  la Doc ‘Pinot nero dell’Oltrepò Pavese’, quest’ultima dedicata al vino rosso fermo. Se traduciamo i vini in colori, quindi, le possibilità ‘cromatiche’ del Pinot nero in Oltrepò sono molteplici, e vanno dal bianco al rosso, passando per il rosa.

L’opzione ‘in rosato’ della Docg ha conferito alle bollicine il valore della naturalità (la leggera spremitura del Pinot nero spontaneamente genera un mosto colorato) e soprattutto un marchio immediatamente riconoscibile dal consumatore, ‘Cruasé’ (termine che deriva da ‘cru’, ovvero selezione, e ‘rosè’). Preponderante numericamente rimane comunque la versione ‘bianca’, che, si distingue per il nerbo e l’austerità varietali, apprezzati dagli estimatori, più o meno intensamente ammorbiditi dagli apporti del lievito nella lunga permanenza sulle fecce. Capitolo a parte merita invece la vinificazione in rosso del Pinot nero, intrapresa da alcune aziende a partire dagli anni Cinquanta, e che ha portato alla Doc dedicata che prevede unicamente la versione ‘ferma’.

«È un percorso – chiosa Marenghi – quello del Pinot nero vinificato in rosso, che come gli enologi di tutto il mondo ben sanno, è irto di tensioni e, spesso, delusioni, ma foriero dei più mirabolanti successi quando tutti gli elementi della vocazionalità si esprimono. Una sfida difficile che permette all’Oltrepò di gareggiare con aree mondiali dove le bottiglie incarnano il mito stesso del vino».

Ripescato il Bonarda, re dei vini ‘da bere’
Come si diceva, Vinitaly 2012 vedrà anche un recupero del tema del Bonarda dell’Oltrepò Pavese, denominazione che aveva beneficiato di un grande supporto comunicativo negli anni trascorsi.
“Non si tratta di un ‘ritorno al passato’ – precisa Marenghi – ma del doveroso sostegno al figlio più rappresentativo, in termini di numeri e di diffusione presso i consumatori, dell’Oltrepò. Infatti, con una media di 20 milioni di bottiglie prodotte ogni anno e un trend quantitativo in crescita, la Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc è indubbiamente il vino-simbolo di questa terra nella fascia dei vini quotidiani. Prodotta a partire dal vitigno Croatina (minimo 85%) si identifica pressoché esclusivamente nella versione secca e frizzante che ne esalta le doti di freschezza e piacevolezza immediata. È un vino giovane, disinvolto e modernissimo, pur rappresentando al contempo un prodotto assolutamente tradizionale. Trova il suo più naturale abbinamento a tutto pasto.

In pratica, la gradazione non troppo elevata ed il giusto corpo, uniti alla frizzantezza, rendono la Bonarda dell’Oltrepò Pavese ideale in tutte le occasioni quotidiane ma anche straordinariamente in grado di enfatizzare i momenti di allegria con gli amici. Lo slogan che identificherà questo vino al Vinitaly sarà ‘Bonarda, il lato frizzante dell’Oltrepò’ proprio a significare la disinvoltura e allegra piacevolezza che identificano questo vino”.

Anno zero per il ‘Casteggio Doc’
Debutterà sul mercato quest’anno il neonato Casteggio Doc. Il vino, ottenuto dalle uve Barbera (minimo 65%) e Croatina, Uva Rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot Nero (max. 35 % congiuntamente o disgiuntamente) nasce dai vigneti della fascia collinare del comune di Casteggio, nonché dei confinanti Borgo Priolo, Corvino San Quirico, Montebello della Battaglia, Calvignano, Oliva Gessi e Torrazza Coste. La produzione massima di uva per ettaro è di 8,5 tonnellate ed il titolo alcolometrico di 12,50%. La Doc “Casteggio” è riservata solo al vino sottoposto ad un periodo di affinamento obbligatorio complessivo di almeno ventiquattro mesi, di cui almeno dodici in botti di rovere e sei in bottiglia.

Collina di Casteggio

Il Consorzio
Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese conta circa 220 soci tra i quali 4 cantine sociali (per un totale di circa 3500 aziende agricole rappresentate). Il suo compito è difendere, valorizzare e promuovere il talento enologico di una zona di produzione storica. Nacque da un’associazione di produttori, fondata ufficialmente il 4 agosto 1960, che aveva lo scopo di valorizzare e tutelare i vini oltrepadani. Il suo slogan era «Qui il vino è vino». Nel 1977 il Consorzio divenne Consorzio Volontario Vini Doc Oltrepò Pavese ed ebbe come primo presidente Antonio Giuseppe Denari, illustre e lungimirante protagonista di uno dei momenti storici più importanti della produzione enologica italiana. Da allora il Consorzio ha ampliato le sue aree di intervento, di concerto con gli enti istituzionali a partire dal Ministero delle Politiche Agricole. Il Consorzio si batte in particolare per la salvaguardia dei prodotti e della loro qualità, con particolare attenzione all’origine. Oggi il Consorzio è comunicazione, strategie di marketing, ma anche paladino di un'identità territoriale che significa economia, storia e cultura.



Tabella - Principali Vitigni coltivati in Oltrepò Pavese e numero di ettari

Vitigno      ha coltivati
CROATINA 4.140
PINOT NERO 2.717
BARBERA 2.547
RIESLING ITALICO 1.343
PINOT GRIGIO 1.003
MOSCATO BIANCO 476
CHARDONNAY 404
CABERNET SAUVIGNON 181
UVA RARA 178
CORTESE 134
MALVASIA DI CANDIA AROMATICA 125
RIESLING 121
MERLOT 64
BONARDA 36
SAUVIGNON 28
ALTRI VITIGNI 117
TOTALE 13.614

Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
Piazza Vittorio Veneto, 24 - 27043 Broni (PV)
Tel. + 39 0385 250261; Fax: + 39 0385 54339
e-mail: info@vinoltrepo.it; internet: www.vinoltrepo.it

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