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Da oltre un secolo la famiglia Bellani vuol dire vino in Oltrepò Pavese

Luca Bellani, oggi titolare, rappresenta la quarta generazione. Davanti a due calici di Pinot Nero ci racconta il suo Oltrepò Pavese.

Da oltre un secolo la famiglia Bellani vuol dire vino in Oltrepò Pavese

 

LE INTERVISTE DI www.italiadelvino.com

 

Dopo alcuni anni passati a presentare vini, cantine ed eventi del mondo del vino, percorrendo migliaia e migliaia di chilometri, girando di cantina in cantina, ho deciso di dare ancora più spazio ai veri protagonisti di questo magico mondo, i produttori: da qui l'idea di farveli conoscere, intervistando uno ad uno tutti coloro che hanno avuto voglia di aderire a www.italiadelvino.com . Il progetto è ambizioso, perché si tratta di fare qualche centinaio d'interviste. Ho così deciso di avvalermi anche della penna di alcuni dei collaboratori-colleghi che mi hanno accompagnato in tratti di questo percorso. Il primo è Augusto Gentilli.

Mauro Giacomo Bertolli

2016-03-08
Una zona di rara bellezza, una terra che sembra essere nata per ospitare la vite rendendola capace di  racchiudere nei propri acini il meglio di questo grande terroir e - da ultimo, ma non certo per importanza - una grande passione unita alle competenze ottenute da una lunga tradizione famigliare nonché da studio e sacrificio. Ecco, in breve, sintetizzata l'Azienda Cà di Frara che, a Mornico Losana in Oltrepò Pavese, continua, da oltre un secolo, a produrre vino perseguendo con determinazione la ricerca della qualità ed ecco, ora, come Luca Bellani, l'attuale titolare, ci racconta la sua Cà di Frara.

Luca potresti raccontarci i momenti più significativi della storia della tua Azienda?
Era il 1905 quando il mio bisnonno acquistò i primi vigneti e, così, tutto ebbe inizio. Una lunga storia famigliare che ha visto susseguirsi prima mio nonno e poi mio padre, Tullio, che ha guidato l'azienda dal 1964 al 1997 in una costante ricerca della qualità e di nuovi sbocchi commerciali che,  col tempo, hanno permesso alla nostra attività di ampliarsi e di affermarsi. Nel 1997, a causa della scomparsa di mio papà e dopo due esperienze lavorative in Toscana e in Franciacorta, ho dovuto rimboccarmi le maniche e occuparmi, a 19 anni, in prima persona della nostra Azienda. Ora ho 24 vendemmie alle spalle e ancora lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato.

Luca Bellani e Veronica Barri



Quali sono gli aspetti essenziali che possono delineare al meglio la tua Cantina e la tua attività di vignaiolo?
Direi, senza ombra di dubbio, avere sempre seguito un progetto ben preciso, identificando chiaramente gli obiettivi e i metodi per raggiungerli. Questa linea di pensiero, che ho appreso dalla mia famiglia, ha portato l'Azienda a crescere dagli originari 8ha agli attuali 47, prestando molta attenzione alla caratteristiche pedoclimatiche dei diversi vigneti e impiantandovi, caso per caso, i vitigni più idonei.

Cà di Frara produce vini da uve prodotte su suoli gessosi, marnosi e argillosi: quali le principali differenze in termini agronomici e quali i vitigni che meglio si adattano ai differenti terreni?
I suoli nei nostri vigneti possono essere suddivisi in gessosi, marnosi e argillosi. I primi risultano essere più idonei ai vitigni a bianca, ad esempio il Riesling renano, ma danno ottimi risultati anche col Pinot grigio e con alcuni cloni di Pinot nero; questi cloni sono principalmente utilizzati per la produzione di basi spumanti ma, in alcuni casi, si mostrano molto vocati anche per le vinificazioni in rosso. Sono suoli che conferiscono freschezza, eleganza e mineralità ai vini. Le porzioni marnose ospitano vigneti di Pinot nero, principalmente idonei alla produzione di spumanti ma anche di prodotti in rosso di più pronta beva. I suoli argillosi, che danno vita a vini di grande struttura e intensità, sono coltivati con Merlot, Croatina e Pinot nero da vinificare in rosso.

La tua Azienda ha raggiunto la quarta generazione: qual è, in relazione alla tua esperienza, il valore aggiunto di un'attività con una così lunga tradizione famigliare?
La famiglia dà le basi, traccia la linea di condotta e ti fornisce modelli e valori. Inoltre, ci ha permesso di costituire un lungo “storico” dei nostri prodotti: ad esempio de Il Frater, uno dei nostri prodotti più importanti ottenuto da Croatina (95%) e Pinot nero (5%), abbiamo annate fino al 1964.

Ci puoi raccontare le finalità del progetto “Impatto Zero” al quale la tua Azienda aderisce?
Il rispetto per l'ambiente deve essere un imperativo categorico per noi e per le future generazioni. Una viticoltura rigidamente biologica è difficile in un territorio come il nostro che, spesso, risente dell'umidità della pianura. Abbiamo, pertanto, optato per una viticoltura a basso impatto sia per quanto riguarda i trattamenti sia per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, limitando al massimo l'uso delle macchine, cercando di accorpare alcune operazioni e, soprattutto, tornando ad andare, per quanto possibile, in vigna a piedi. In tal senso è fondamentale che questa sensibilità venga comunicata anche allo staff che lavora con noi per raggiungere, in tal modo, i migliori risultati non solo qualitativi ma anche di rispetto dell'ambiente.

L'Oltrepò Pavese, nonostante l'indiscutibile qualità che sa esprimere, è purtroppo spesso sottovalutato: quali sono a tuo avviso le maggiori qualità di questo territorio?
È sicuramente un territorio di grande vocazione: questo fatto lo ha, talvolta, portato a voler “far tutto” ma non sempre raggiungendo la dovuta qualità. L'Oltrepò vitivinicolo è una zona ampia e con caratteristiche pedoclimatiche molte variegate: è, pertanto, fondamentale la scelta dei vitigni in relazioni a tali fattori in modo da poter trasferire nel vino le migliori qualità delle uve e, nel contempo, la tipicità delle varie zone. A mio avviso, la nostra zona dovrebbe puntare essenzialmente su Pinot nero, Riesling Renano e Croatina, prestando la massima cura alla scelta dei cloni, dei siti dove realizzare i vigneti e alla conduzione degli stessi.

Il Pinot nero e il Riesling Renano trovano in Oltrepò un ambiente di elezione: ci puoi riassumere quali sono le migliori caratteristiche che queste uve sono in grado di esprimere in questo territorio nelle loro principali tipologie di vinificazione?
Bisogna partire ricordandosi che sono due vitigni del freddo. Il Pinot nero è capace di “portare dentro di sé il territorio” e, pertanto, la scelta di clone, suolo, quota ed esposizione è di particolare importanza. Tale scelta è legata, in modo imprescindibile, al tipo di vinificazione, ovvero se per base spumante o in rosso. L'Oltrepò è una delle poche aree di produzione al mondo dove questi due approcci produttivi a quest'uva convivano in modo sostanzialmente paritario.
Il Riesling renano è altrettanto difficile sia in vigna sia in cantina: ama i suoli magri e, pur iniziando presto la propria stagione vegetativa, ha una maturazione tardiva. In cantina, l'obiettivo finale è di preservarne la freschezza e i precursori aromatici.

Quale ritieni essere il tuo vino più rappresentativo e perché?
Ritengo che La Casetta – da Croatina in purezza leggermente surmatura e affinata in bottiglia – e Il Frater – sempre Croatina leggermente surmatura con un piccolo apporto di Pinot nero e una permanenza in barrique di 12 mesi – siano i vini che meglio rappresentano il nostro territorio e la mia Azienda in quanto capaci di esprimere pienamente la Croatina, ovvero il vitigno identitario dell'Oltrepò.



Un piatto da abbinare a un tuo vino e perché?
Personalmente, ritengo che un vino dia il suo meglio se degustato da solo. In ogni caso, trovo che  dovremmo essere tutti un po' più liberi nell'abbinare il vino al cibo, limitandoci a rispettare i pochi principi davvero irrinunciabili.

Augusto Gentilli per www.italiadelvino.com

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