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Guerra a scoppio ritardato tra Puglia e Sicilia per il vitigno Primitivo

Basta con lo scippo del primitivo. No all’impianto e alla produzione del vitigno pugliese in Sicilia. Questa la presa di posizione congiunta da parte dei Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria della Puglia (01-05-2020)

Guerra a scoppio ritardato tra Puglia e Sicilia per il vitigno Primitivo

Veemente la reazione in tutta la regione Puglia alla decisione della Giunta Regionale della Regione Sicilia con la quale si autorizza la coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale. Primo a contrattaccare è stato Dario Stefàno, vicepresidente del Gruppo Partito Democratico al Senato ed ex assessore regionale all'agricoltura in Puglia. Subito si è formato un fronte di lotta compatto e trasversale che ci ha inviato un comunicato che volentieri pubblichiamo.

La cosa curiosa della vicenda è la tempistica: la decisione della Giunta Regionale della Regione Sicilia non è di questi giorni, ma risale al 9 agosto dello scorso anno (DGG 1733 del 09/08/2019): ci sono voluti quasi 9 mesi per rendersene conto ?

Ringraziamo i seguenti Consorzi ed Associazioni
Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc e docg
Consorzio del Salice Salentino doc
Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle doc
Consorzio di Brindisi e Squinzano doc
Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte
Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia
Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia
Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria
Cia- Agricoltori Italiani Puglia
Confagricoltura Puglia
per averci inviato il Comunicato sottostante

Una presa di posizione congiunta da parte dei Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria della Puglia

Basta con lo scippo del primitivo

No all’impianto e alla produzione del vitigno pugliese in Sicilia


“La decisione della Giunta Regionale della Regione Sicilia (DGG 1733 del 09/08/2019) con la quale si autorizza la coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale crea un pericoloso precedente amministrativo.

Per noi questo provvedimento è inammissibile. Tale decisione offende la nostra storia. Il primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodotto traino dell’economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto.

Un messaggio chiaro che deve anche essere recepito non solo da tutta la filiera ma anche dai tanti consumatori”.

   

Così si esprimono congiuntamente il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc e docg, il Consorzio del Salice Salentino doc, il Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle doc, il Consorzio di Brindisi e Squinzano doc, il Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte, l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia, il Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria, Cia-  Agricoltori Italiani Puglia e la Confagricoltura Puglia sottolineando con forza le dichiarazioni rese nelle ultime ore dal Senatore  Dario Stefàno, in merito alla tutela dell’uva più importante del sistema vitivinicolo pugliese.

Un messaggio comune: l’autorizzazione all’impianto e alla produzione di primitivo in Sicilia è da considerarsi un abuso.

“A nome di tutta la filiera dei vini di qualità ed in particolare delle Denominazioni e dei Consorzi di tutela della Puglia occorre porre la massima attenzione alla vigilanza e salvaguardia del patrimonio ampelografico locale in primis Primitivo, quale elemento di distinzione delle produzioni vitivinicole delle nostre Dop e Igp.
In particolare, in merito alla modifica del decreto 13 agosto 2012 concernente l’etichettatura e la presentazione dei prodotti del settore vitivinicolo Dop e Igp, vi è la necessità di un’immediata presa di posizione regionale.
Tale intervento impedirebbe che il primitivo possa essere presentato nelle descrizioni secondarie di etichette riferite a vini rossi senza vitigno che provengono da Dop e Igp di altre regioni italiane. Inoltre, si eviterebbe che nell’elenco dei sinonimi vengano aggiunte delle varietà di viti che possono essere utilizzati nell’etichettatura e nella presentazione dei vini”.

Mauro Giacomo Bertolli


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